domenica 20 giugno 2021

Volevo un taglio semplice.


Non comprendo chi, come me, ascolta musica. 

Sto riflettendo sul fatto che tutto nasce dal sentimento di inadeguatezza, di insoddisfazione, o di vuoto. La musica non può e non deve essere un momento felice. Nasce dall'esigenza di farsi sanguinare gli occhi per offuscare il mondo, per riuscire a perdere il fluido della nostra (in)coscienza e come dei parassiti attaccare le nostre miserie a coloro i quali.

Io vorrei immedesimarmi, nella mia codardia, a chi è riuscito ad esprimersi e poi a spegnersi. Un Seppoku nel cuore, una lama che taglia profondamente l'onore e il rispetto.

La musica è l'espressione del male che non siamo in grado di infliggerci ma che esorcizziamo per ammalare gli altri, cosicché il nostro dolore possa integrarsi nelle vite altrui.

Le melodie sono atti brutali, sono violenze manifeste, sono lacrime e sangue, nonché la speranza che tutto possa finire... male, ma con concitata rapidità.

Dopo tutto questo però, io che non ho nemmeno il coraggio di arrivare tardi a lavoro, posso dire di aver capito il significato di "impostore" come raccontano in SLC punk.