venerdì 7 giugno 2013

Ab Imis [fundamentis]

Un post nuovo, con uno scopo diverso dal solito.
Ogni tanto posterò la spiegazione e la traduzioni di alcune cose che scrivo che finiscono per essere tradotte in canzoni dagli Elephant Gravestone.

Oggi parliamo di Ab Imis [fundamentis], uno dei pezzi che maggiormente rappresenta il mio pensiero in merito al conflitto israelo-palestinese. Si parla della fine del 2008, dell'operazione piombo fuso ad opera dell'esercito israeliano che per neutralizzare l'amministrazione di Hamas, la quale in circa sette anni di conflitto ha provocato ben quindici morti, ha ben pensato di utilizzare armi al fosforo bianco su obiettivi prettamente civili, causando in poco più di venti giorni oltre milleduecento morti, di cui più di quattrocento bambini.


Ecco qui, un altro giorno con i tuoi occhi.
La gente mi osserva mentre il vento colora di rosso le nuvole
assaggiando il vuoto che la mia anima è costretta a contenere.
È difficile non vedere quelle facce deformate dalla polvere bianca,
ma la guerra è guerra e i buoni vincono sempre,
perché tocca a chi vince scegliere cosa è buono.
Perciò dimmi, dimmi perché le mie mani sono sempre così sporche?

E quando guardo masse di gente, non so perché continuo a parlare con te.
Quando guardo masse di gente, muoio pieno di lacrime insignificanti.

Ecco qui, un altro giorno con i tuoi occhi.
La gente mi osserva mentre il mio braccio spara un colpo nel cielo,
ma io non sono nessuno e non voglio più giocare così.
Questa realtà è peggio di un film horror.
Il bambino accanto a me, senza faccia, sta correndo via.
Tre passi nel terreno, il sangue mi circonda e accanto a me tutta la pazzia si sveglia.

E quando guardo masse di gente, non so perché continuo a parlare con te.
Quando guardo masse di gente, non so più chi sono.
Quando guardo masse di gente, non sono paventato dall'oscurità.
Quando guardo le masse di gente, io sono ancora vivo.

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